Il “ritorno di fiamma” di Bitcoin e di tutto l’ambito delle criptovalute sta influenzando già ora il contesto globale, e con l’oramai prossimo insediamento da parte di Donald Trump alla casa Bianca in quello che sarà il suo secondo mandato come presidente, il decorso delle criptovalute e dei mercati digitali alternativi interessa anche il contesto tasse.
Ma quante tasse si pagano in Italia sulle criptovalute? E quante ne pagheremo in futuro? Diverse informazioni sono state già ufficializzate in merito alle forze di governo in carica come dal Ministero del Tesoro, che ha certificato alcuni cambiamenti già attivi con l’inizio del 2025. Il contesto riguarda però anche altre realtà, come vedremo tra poco.
La diffusione di Bitcoin
Bitcoin infatti esiste “legalmente” nel contesto digitale da circa 15 anni, ossia da quando le criptovalute sono state implementate ufficialmente, dalla fine degli anni 2000, dopo lo sviluppo di Bitcoin sono nate tantissime altre criptovalute dal funzionamento anche molto differente ma che hanno la stessa velleità finale, diversa dal denaro tradizionale.
Più che valute o denaro, le criptovalute infatti costituiscono dei beni digitali non convenzionali, quindi non inerenti il contesto finanziario generale: sono più delle risorse, dal punto di vista legale, che hanno un valore potenzialmente molto volatile perchè non sono direttamente collegate a strutture come quelle bancarie o statali di sorta.
Quante tasse si pagano?
Molte nazioni hanno scelto un approccio di chiusura iniziale anche perchè, specialmente fino a non troppi anni fa, la difficoltà nell’inquadrare anche legalmente queste risorse, oramai molto diffuse e da qualche anno in ripresa nel valore concettuale (Bitcoin che resta la criptovaluta principale ha superato negli ultimi mesi i propri record di picco). Però anche in Europa e negli Stati Uniti dopo alcune regolarizzazioni vengono inquadrate e quindi tassate.
- In Italia sono considerati tassabili esclusivamente i guadagni relativi alle criptovalute, un po’ come avviene in parte per il denaro investito su BTP oppure sui Buoni
- Fino al 2024 la Aliquota quindi la percentuale considerata tassabile sui guadagni ammontava al 26 % in merito a Bitcoin ma anche a tutte le altre criptovalute a partire da una soglia di guadagni annuali
- Dal 2025, già dal 1° gennaio però la aliquota è soggetta a cambiamento
Sono stati gli organi di governo a menzionare questo grosso cambiamento che è parte di diverse valutazioni in merito alla web tax che invece punta ad eliminare le soglie legate alle aziende che militano ed operano totalmente in rete. Bitcoin e le altre crypto infatti saranno tassabili dal prossimo anno in una aliquota pari al 42 % per i guadagni oltre i 2000 euro.
Naturalmente questo va in una direzione di maggior presa di coscienza di risorse del genere, perchè da tempo il Fisco Italiano ha compreso l’enorme capacità di entrata di queste risorse, quindi ha deciso si implementare le imposte, processo che fa parte di una naturale normalizzazione di una risorsa considerata “oscura” per tantissimi anni ma oggi maggiormente (ma non totalmente) compresa.